L’esperienza e la voce tecnica

La Certificazione della Parità di genere: un percorso per ridurre le discriminazioni e chiedere maggiori tutele nel mercato del lavoro.

Il percorso verso la parità di genere

Più qualità, meno discriminazione e maggiori tutele nel mercato del lavoro.

Il Sistema di Certificazione della Parità di Genere è un’introduzione piuttosto recente: istituita dal PNRR e disciplinata dalle Leggi Gribaudo e Legge di Bilancio 2022, l’iniziativa punta alla promozione dell’inclusione femminile nel mercato del lavoro, chiedendo più qualità, meno discriminazione e maggiori tutele.

Un sistema che punta a migliorare la posizione italiana restituita dall’indice di uguaglianza di genere stilato dall’EIGE (European Institute for Gender Equality), che monitora il progresso in materia di gender gap tra gli stati membri dell’UE: nel 2024, l’Italia ha ottenuto il 14° posto sui 27 Paesi considerati dall’indagine, con un punteggio di 69,2 su 100. L’indice ottenuto dal nostro Paese è di 1,8 punti più basso di quello registrato a livello comunitario.

Ma che cosa significa intraprendere realmente il percorso vero la Parità di Genere? Qual è il valore aggiunto della Certificazione? Quali gli ostacoli al reale cambiamento? Due voci, tra esperienza diretta e competenza tecnica, rispondono alle nostre domande: Elvira La Macchia, Responsabile del Sistema di Gestione per la Parità di Genere (RSGPG) e Diversity Manager di Cherry Bank, e Letizia Piscaglia, People & Change Management Analyst presso SCS Consulting.

 

Elvira La Macchia

L’esperienza

Elvira La Macchia, RSGPG e Diversity Manager Cherry Bank

Qual è il compito di un RSGPG?

Il Responsabile del Sistema di Gestione per la Parità di Genere ha il compito di promuovere e garantire l’uguaglianza di genere all’interno dell’azienda, progettando e coordinando iniziative mirate.

Inoltre, assicura il pieno rispetto delle normative vigenti, monitora l’efficacia delle politiche implementate e sensibilizza il personale su questi temi. Lavora in collaborazione con le diverse funzioni aziendali per favorire un ambiente di lavoro equo, inclusivo e rispettoso delle diversità di genere, contribuendo così a costruire una cultura organizzativa basata su valori di parità e rispetto.

Quali sono le sfide più grandi nell’intraprendere il percorso vero la reale parità?

Le principali sfide riguardano soprattutto il cambiamento concreto della cultura aziendale. Richiedono impegno in termini di risorse e formazione del personale. La complessità nella raccolta e nella gestione dei dati, così come l’interpretazione e l’adattamento delle normative vigenti, rappresentano ulteriori sfide.

È fondamentale il coinvolgimento trasversale di tutte le funzioni aziendali, così come la capacità di mantenere e migliorare costantemente gli standard nel tempo, per garantire risultati duraturi e significativi.

Che cosa significa per te “parità di genere in azienda”?

Per me, “parità di genere in azienda” significa costruire un ambiente in cui ogni persona possa accedere alle stesse opportunità di crescita, riconoscimento e partecipazione, indipendentemente dal genere.

Significa assicurare condizioni di lavoro eque, promuovere una cultura inclusiva, prevenire qualsiasi forma di discriminazione e favorire una rappresentanza equilibrata in tutti i livelli dell’organizzazione, oltre a creare un contesto favorevole al benessere e alla produttività dell’intero team.

Il tecnico

Letizia Piscaglia, People & Change Management Analyst SCS Consulting

Qual è il valore aggiunto della Certificazione?

Per le aziende, rappresenta un investimento strategico che promuove un cambio culturale, migliora i processi interni e favorisce una gestione più equa delle persone, inclusa la conciliazione vita-lavoro.

Essere riconosciuti come luogo di lavoro inclusivo, inoltre, ha indubbiamente una ricaduta positiva sull’employer branding, con effetti positivi sull’attrazione e la fidelizzazione dei talenti, soprattutto nelle nuove generazioni, sempre più attente a temi etici e di parità.  

Ad ogni modo, la Certificazione non vuole essere solo una fotografia dello stato dell’arte, ma un primo step per attivare un processo di miglioramento che rafforza la resilienza organizzativa: le imprese con una governance inclusiva sono più solide, più innovative e capaci di adattarsi anche in contesti complessi.

A oggi, oltre 2.200 imprese in Italia hanno già intrapreso questo cammino, superando di gran lunga l’obiettivo fissato dal PNRR [1]. Un segnale forte che qualcosa, finalmente, si sta muovendo.

[1] Accredia, Statistiche relative ad Aziende certificate presenti in ogni Regione, dati relativi a dicembre 2023

Quali sono gli ostacoli principali che le aziende affrontano nell’intraprendere un percorso di questo tipo?

Da un lato, ci sono sicuramente ostacoli di tipo operativo e organizzativo, partendo anzitutto dalla rilevazione di alcuni KPI (parità salariale, conciliazione, avanzamento di carriera).

Un’ulteriore difficoltà riguarda la reale trasformazione culturale. Oltre agli aspetti organizzativi, molte aziende si trovano ad affrontare barriere più profonde: stereotipi ancora radicati, modelli di leadership poco inclusivi, una cultura del lavoro centrata sulla presenza più che sui risultati. Anche nelle realtà più strutturate, restano spesso sfide come il divario retributivo, la scarsa conoscenza interna delle politiche esistenti o la difficoltà a coinvolgere davvero le persone.

A che punto siamo in Italia rispetto alla riduzione del gender gap?

Negli ultimi anni l’Italia ha fatto qualche passo avanti, ma resta indietro rispetto al resto d’Europa: la partecipazione delle donne al lavoro è bassa, poche occupano ruoli decisionali e la maggior parte delle responsabilità di cura ricade ancora su di loro. I dati parlano chiaro: solo il 58% delle donne italiane lavora, contro il 71,2% della media europea [2].

Tuttavia, la vera sfida resta il cambiamento culturale, che richiede tempo e un impegno costante a tutti i livelli dell’organizzazione e della società. Ancora oggi, persistono stereotipi radicati che assegnano alle donne ruoli di cura. Contestualmente molte donne incontrano difficoltà nell’ottenere il giusto riconoscimento professionale.

[2] Eurostat, “EU labour market – quarterly statistics”, Giugno 2025

La Certificazione: non un traguardo, ma un passo verso la Parità

La Certificazione della Parità di Genere è uno strumento importante per le imprese che vogliono assumersi una responsabilità concreta nel promuovere ambienti di lavoro più equi. Ma il suo impatto non si misura solo negli indicatori o nelle policy adottate: si vede nei comportamenti quotidiani, nel modo in cui le persone si sentono riconosciute e valorizzate, nella cultura che si respira in azienda. Perché la parità non è un traguardo formale, ma una direzione da scegliere ogni giorno.

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